Iter Liturgicum Italicum

Iter Liturgicum Italicum di Giacomo Baroffio

ITER LITURGICUM ITALICUM è una raccolta di repertori che sto elaboradoo da oltre sessant’anni. Dopo alcuni tentativi sommari del periodo liceale, ho iniziato a redigere in modo sistematico degli elenchi nel periodo universitario (Köln, Erlangen e Bonn).
Il primo lavoro è stata una bibliografia esauriente relativa all’Ordine Certosino. Ho scritto a mano centinaia di schede, ma il lavoro non è mai stato pubblicato e non so più dove sia finito. Per alcuni anni – dietro suggerimento del mio maestro Prof. Dr. Bruno Stäblein († 1978) – ho lavorato agli indici degli Analecta Hymnica Medii Ævi. Ho scritto a mano migliaia e migliaia di schedulæ, non limitandomi agli incipit stampati nell’edizione, ma inglobando anche le differenti recensioni segnalate nell’apparato critico, talora impreciso e lacunoso, con le varianti testuali del primo verso del testo.
Un giorno a Karlsruhe, davanti a qualche testo presente in codici di Reichenau, ho detto che avrei controllato a casa, dove avevo le schede di tutti i brani editi negli Analecta Hymnica. Il bibliotecario aveva fatto lo stesso lavoro, ma con criteri diversi e l’aveva abbandonato, senza però eliminare le schede scritte a macchina. Ci siamo accordati: lui mi metteva a disposizione il suo lavoro, io l’avrei rivisto e integrato con le varianti raccolte. Dopo un paio di altri anni i nostri indici erano pronti; ma non abbiamo trovato nessun editore. E dopo circa un altro anno, hanno visto la luce gli indici curati da Max Lütolf († 2015) e collaboratori. Max non aveva potuto seguire gli ultimi lavori redazionali e si era proposto di rivedere gli indici pubblicati in tre volumi. Un giorno ci siamo incontrati per altre ricerche e abbiamo finito per parlare anche degli indici. Unendo le forze e i differenti criteri redazionali, avremmo recuperato oltre un migliaio di nuovi lemmi. Abbiamo deciso di incontrarci circa due settimane, ma non siamo mai riusciti a trovare un periodo che andasse bene a entrambi...
Durante il lavoro della tesi sugli offertori milanesi, p. Odilo Heiming (Maria Laach † 1988) ha insistito più volte perché studiassi i codici ambrosiani anche in prospettive diverse da quelle della tesi dottorale. Seguii le sue indicazioni e incontrai subito molte difficoltà perdurate a lungo. In Italia – tranne poche eccezioni a Roma e a Milano – mancavano biblioteche attrezzate come quelle conosciute in Germania, dove ero abituato a studiare fino alle due di notte. Poi non erano disponibili repertori mirati che riguardassero l’universo liturgico e le sue fonti medievali.
Nel frattempo dietro l’insistenza di don Piero Zerbi († 2008), dell’Università Cattolica di Milano, avevo scritto un articolo per la Rivista di Storia della Chiesa in Italia. Don Piero inviò il mio lavoro a un suo amico liturgista per avere un giudizio. Lo sconosciuto provvidenziale mio benefattore, in una lunga lettera aveva pregato don Piero di mettermi di fronte a un bivio: occuparmi soltanto di paleografia musicale oppure dedicarmi alle fonti liturgiche, esplorandole da cima a fondo, allargando l’esame a notazione e scrittura testuale, melodie e testi, tematiche liturgiche e storiche, e altre discipline per nulla secondarie come, ad esempio, l’agiologia. Mi sono trovato più o meno nelle condizioni di Gabriel Szilagi (1942-) che ho incrociato qualche volta in Germania e in Italia. Non conoscendo un editore disposto a pubblicare la sua tesi, iniziò una promettente collana: Münchener Beiträge zur Mediävistik und Renaissance-Forschung. Nel mio piccolo, non trovando alcuni repertori che ritenevo utili – e talora indispensabili per la ricerca delle fonti liturgiche – mi sono messo al lavoro, spesso dopo false partenze e facendo errori di ogni tipo. Quello che conta è riconoscerli ed evitarli in seguito. ‘Sbagliando s’impara’. Soprattutto occore tenacia nella perseveranza. Alcuni lavori ‘privati’ sono oltremodo noiosi durante la redazione, ma in seguito risultano utili anche ad altri, almeno nel fare risparmiare tempo.
Quasi tutti i repertori – varie decine – hanno avuto una vita travagliata. Cammin facendo mi sono accorto che potevano o dovevano essere migliorati. Ho riscritto tante schede, brevi appunti volanti e lunghissime tabelle. Spesso ho aggiunto altre colonne; raramente ho eliminato alcune serie di dati già fissati. L’uso del PC è stato provvidenziale, non tanto per aver facilitato il lavoro, ma per avermi obbligato a una disciplina inesorabile, in primis a livello redazionale. Senza un rigore quasi ‘ossessivo’, s’impara a mantenere per sempre la stessa grafia di molte parole che diversamente il PC rischia di non rintracciare. Ad esempio, i nomi dei luoghi li scrivo nella loro lingua originale: Monaco (Principato), München (Bavieta), Paris... La ‘libertà’ nel prendere appunti e fissare osservazioni di fatto puo essere una forma di superficialità anarchica che limita assai la fruizione dei manoscritti o degli appunti presi da eminenti studiosi. Appunti che, dopo la morte degli autori, non servono più a nessuno, perché non si conoscono le sigle e le abbreviazioni di autorità quali il musicologo Jacques Handschin († 1955) e il patrologo Jean Gribomont († 1986). Sulle preziose carte del primo abbiamo esaurito la forza dei nostri occhi durante i tentativi di pubblicarli sotto la guida di Bruno Stäblein a Erlangen.
 
Ho avviato i repertori dell’ILI senza stabilire prima una gerarchia di valore o di precedenza, ma semplicemente in base alle urgenze emerse nella varie ricerche intraprese di volta in volta. Talora un repertorio è frutto di un impegno costante durato poche settimane; altre volte la redazione è interrotta e ripresa dopo mesi o anni. I repertori spaziano pertanto in vari settori e riguardano principalmente le celebrazioni liturgiche della Messa e delle Ore.
All’inizio i testi delle orazioni e dei canti li catalogavo in base ai soli incipit ed explicit. Ad esempio, le prime cinque e le due ultime parole. Così ho iniziato a lavorare intorno all’Orationale Sanctorum Italicum, a CAIT e a CRIT. Avevo programmato l’OSI dapprima come aiuto per identificare velocemente i testi e distinguere le tipologie dell’eucologia latina (sacramentari veronese, gelasiano, gregoriano...). Dopo qualche anno mi sono accorto che i dati striminziti potevano, certo, servire; ma non risolvevano altri problemi. Così ho iniziato a copiare i testi integrali nelle varie recensioni letterarie di alcuni repertori.
Per la musica, grazie all’uso della notazione alfabetica, ho iniziato a trascrivere centinaia di brani da diversi testimoni. Da uno solo copiavo l’intera melodia; degli altri inserivo soltanto le varianti relative alla prima fonte. Ho ripreso solo recentemente questo lavoro, ricominciando tutto da capo, per i soli inni. Di altri canti sto preparando un Thesaurus melodiarum con la proposta di trascrizioni strutturali e l’uso di segmenti colorati per evidenziare le corrispondenze meloiche. Sper che non succeda quanto è accaduto pochi anni fa: il repertorio melodico dei canti gregoriani e/o ambrosiani con circa 2000 schedoni è andato distrutto con un disco esterno...
La consultazione dell’Archivio Iter Liturgicum Italicum favorisce un approccio che interessante anche il patrimonio polifonico. Rivela, inoltre, una profonda affinità allo spirito con cui don Laurence Feininger († 1976) – la sua memoria sia in benedizione – ha promosso la valorizzazione del patrimonio corale della Chiesa romana e della tradizione tridentina.

Giacomo Bonifacio Baroffio Dahnk

Per ILI ho previsto le seguenti categorie di repertori:
1]
Inventario sommario di tutte le fonti liturgiche italiane manoscritte, integrali o frammentarie.
1.a Iter Liturgicum Italicum è un inventario con dati essenziali. Le fonti sono messe in ordine alfabetico di collocazione (luogo, biblioteca...). Sono segnalati codici presenti in sedi italiane e all’estero.
1.b Nomina Codicum riprende parte del materiale già segnalato, ma lo dispone in ordine alfabetico secondo alcune tematiche emergenti: luogo d’origine e/o d’uso, committente...

2]
2.a Kalendaria Italica (KaI): prontuario con tutti i santi presenti in calendari italiani.
2.b Letaniæ Sanctorum: prontuario con tutti i santi presenti nelle varie liste litaniche (veglia pasquale, liturgia dei moribondi...).

3] 3.a Corpus Officiorum - Temporale (COT): tabella sinottica con la segnalazione di tutti i canti e le letture di ciascun formulario del temporale.
3.b Corpus Officiorum – Sanctorale (COS): tabella sinottica con la segnalazione di tutti i canti e le letture di ciascun formulario del santorale.

4]
Orationale Sanctorum Italicum (OSI): testi eucologici (completi) in memoria dei santi, sia della Messa sia delle Ore e di altre situazioni.

5]
5.a Corpus Antiphonarum Italicum (CAIT): testi completi di antifone in uso in tutte le occasioni (Messa, Ore...).
5.b Corpus Responsoriale Italicum (CRIT): testi completi di responsori prolissi in uso principalmente durante la preghiera notturna.
5.c Corpus Hymnorum Italicum (CHI): raccolta delle musiche complete degli inni, con indice tematico delle melodie.

6]
Corpus Italicum Precum (CIP): raccolta di orazioni ‘devozionali’ tramandati in primo luogo da libelli precum e libri d’Ore.

7]
Tabelle sinottiche con segnalazione di:
7.a Serie degli Alleluia della Messa (avvento, Natale, quaresima, tempo pasquale, tempo ordinario)
7.b Antifone ‘O’ (avvento)
7.c Antifone ‘Veterem hominem’ (ottava dell’Epifania)
7.d Antifone bibliche (a avvento, quaresima, tempo pasquale, tempo ordinario)
7.e Responsori del libro della Genesi
7.f Responsori dei Libri dei Re, Sapienziali, Giobbe, Tobia, Giuditta, Ester, Maccabei, Profeti
7.g Canti del 2 febbraio
7.h Canti della domenica delle Palme
7.i Benedizione dei lettori
7.j Cantici del III notturno monastico
7.k Suffragi/Commemorazioni
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