Societas Universalis Sanctae Ceciliae

 

Le caratteristiche delle edizioni della «Societas Universalis Sanctae Ceciliae» sono interamente legate al nome dell’iniziatore e curatore delle pubblicazioni, ai suoi studi e criteri redazionali, a Laurence Feininger. La sua importanza per la storia musicale, la sua figura quale studioso, musicista, sacerdote, editore, collezionista, è stata già ampiamente illustrata*. E non si può che riprendere quanto scrisse Edward E. Lowinsky: «aveva un’enorme forza di volontà, il vigore e la resistenza di un atleta», ma anche «l’ardente idealismo, l’incessante dedizione ad uno scopo concepito nella prima gioventù».** Qualità che erano rivolte allo studio della musica della liturgia cattolica, in particolare della polifonia del Quattrocento e della policoralità della scuola romana del Seicento, con ricerche sempre di prima mano, trascrizioni in partitura, compilazione d’indici tematici, pubblicazioni delle sue scoperte. Come scrive Lowinsky «lavorando febbrilmente, in uno splendido isolamento, imbevuto di un coraggio indomabile e di una fede apparentemente indistruttibile, fu egli stesso quasi un terzo centro di musicologia», dando consistenza a «grandiosi piani di pubblicare il patrimonio tradizionale della Chiesa Cattolica»; pubblicazioni per le quali «non potrà mai essere abbastanza fortemente sottolineato, le edizioni di Feininger sono tra le più diligentemente accurate che siano state pubblicate».

Nel settembre del 1946 L. Feininger fondò a Roma la «Societas Universalis Sanctae Ceciliae», presidente mons. Carlo Respighi prefetto delle Cerimonie pontificie, per pubblicare le musiche della liturgia cattolica in uso fino al 1550 circa. La Societas e le sue edizioni furono in realtà opera, impegno critico e finanziario del solo Feininger. In un certo senso questo spiega anche i mutamenti di programmi, le edizioni preannunciate e non pubblicate; non per un mutare di circostanze esterne, ma in dipendenza di nuove scoperte di nuovi interessi. Studioso e editore in quelle pubblicazioni s’identificano.***

Il programma iniziale edito nel 1947 prevedeva due collane con criteri diversi di trascrizione; i Monumenta polyphoniae liturgicae Sanctae ecclesiae romanae con trascrizioni rigidamente filologiche, i Documenta polyphoniae con edizioni d’uso pratico; ma di quest’ultimo criterio, poco convinto, farà uso solo fino al 1952 sospendendone la pubblicazione dopo 13 numeri. Nel programma del 1947 erano previsti 5 volumi dei Monumenta; ne saranno pubblicati tre; uno del Proprium missae, la prima opera edita nel 1947 con 16 messe tolte dai Codici musicali tridentini, e due dell’Ordinarium missae (in 14 fascicoli). Non saranno pubblicati gli Introiti, presenti nei Codici tridentini, e i Magnificat di un codice della Cappella Sistina.

Il periodo di lavoro a Roma portarono Feininger a studiare e rivalutare la scuola policorale romana dei Seicento, e ad ampliare il programma delle sue edizioni. Nel 1950 iniziò la nuova collana dedicata a quella scuola, i Monumenta liturgiae polychoralis, suddivisi in quattro serie, Ordinarium missae (divise in musiche con 4, 3 e 2 cori), Psalmodia (pure suddivise secondo il numero di cori), Proprium de tempore, e Motecta. Nei volumi vi è una prefazione in latino, ridotta dal 1956 per lo più alla citazione delle fonti.

Sempre nel 1950 ebbe inizio anche la collana di Acta, pubblicazioni di letteratura musicale, i primi due numeri dedicati alle relazioni tenute al Congresso internazionale di musica sacra in Roma da Feininger sulla catalogazione del patrimonio di musica sacra, e da Renato Lunelli sulle sonorità organistiche. Gli Acta non ebbero però lo sviluppo auspicabile con la pubblicazione di studi di Feininger sulla polifonia e la policoralità.

Nel 1949 Feininger si trasferì da Roma a Trento. La sede formale delle edizioni rimase però Roma fino al 1957; dall’anno successivo sulle edizioni figura Trento, anche se in qualcuna è ancora segnata Roma.

Le edizioni di musica policorale ne rallentò il programma iniziale dedicato alla polifonia quattrocentesca non lo bloccò. Nel decennio dal 1951 al 1960 proseguirono le edizioni nelle due collane principali. Nel 1957 e 1958, per illustrare aspetti particolari della scuola policorale, iniziò due nuove collane. I Documenta liturgiae polychoralis con trascrizioni d’uso pratico come già i precedenti Dorumenta della polifonia; ma solo fino al sesto numero con il basso continuo dell’organo realizzato, abbandonando così sempre più un criterio divulgativo. Nella collana sono pubblicate musiche da quattro a dodici voci, con un organico vocale spesso insolito, non i classici due o più coro a quattro voci. La seconda collana, i Documenta maiora, presenta musiche per lo più a un solo coro a quattro voci (su undici brani uno è a due cori e uno per soli e coro). Anche per queste edizioni realizzò il basso cifrato dell’organo solo fino al quarto fascicolo.

Fino al 1960 compreso furono pubblicate 67 opere in gran parte nelle quattro collane fondamentali (per la polifonia 16 nel Monumenta e 13 nei Documenta; per la policoralità 21 nei Monumenta e 9 nei Documenta). Nel 1958 pubblicò anche musica organistica di Hans Brönner, riconoscimento al suo insegnante di organo, cui seguirono altri tre brani negli anni successivi, come edizione della Societas Universalis S. Ceciliae, ma evidentemente fuori delle collane.

Una nuova iniziativa ebbe inizio nel 1962 con una collana dedicata a cataloghi bibliografici e tematici di autori di musica policorale, risultato delle sue ricerche decennali. Il primo è dedicato a Giovanni Giorgi, cui seguì un supplemento nel 1965 e un secondo volume nel 1971 dopo la scoperta di un grosso fondo a Lisbona. Altro autore cui dedicò un catalogo è Pompeo Cannicciari. Nel 1964 iniziò una nuova collana di musiche, i Documenta majora polyphoniae liturgicae, che però rimase ferma ad un solo volume con una messa anonima a tre voci sul tema l’Homme armé.

L’attuazione di un ampio progetto, l’opera omnia di Orazio Benevoli, iniziato nel 1966 impegnò a fondo in quegli anni l’attività editoriale di Feininger. Furono riprese anche le messe di Benevoli già edite nei Monumenta con una nuova edizione e l’aggiunta di illustrazioni. Tutti i volumi sono dedicati ai padri del Concilio di Trento, in velata polemica con il Concilio Vaticano II. Le messe del Benevoli apparvero dal 1966 al 1973 in sei tomi; altre in progetto rimasero inedite.

Le ricerche sulla musica policorale portò Feininger a individuare un gruppo di manoscritti presso dei privati, e ad acquistarli. E riprendendo la collana degli Acta nel 1964 e 1966 elencava le musiche entrate in suo possesso, messe a confronto con le musiche esistenti presso vari enti nel tentativo di ricostruire i fondi originari. Cinque di quei manoscritti entrati in suo possesso furono anche pubblicati nelle sue edizioni, due brani di Francesco Foggia, uno di Giacomo Carissimi, e altri di Stefano Fabri e Pietro Heredia. È un caso in cui si presentano in modo più che evidente quelle caratteristiche più che uniche, la fusione in una sola persona del collezionista dello studioso del trascrittore dell’editore.

La formazione da parte di Feininger di una sua biblioteca dedicata alla tradizione del canto gregoriano lo portò ad avviare nel 1970 una collana, il Repertorium Cantus plani, basato essenzialmente su manoscritti e stampati in suo possesso, con elenco degli incipit di tutti i versetti (il testo letterario). Dei tre volumi pubblicati quello del 1975 fu il suo ultimo lavoro edito.

L’anno precedente erano stati pubblicati due soli volumi, uno nella serie dei Monumenta policorali (brani di Francesco Foggia) e uno nel Monumenta della polifonia (completamento del terzo tomo con messe su l’homme armé). Negli anni settanta vi era stato un rallentamento nelle edizioni, segno di un certo allontanamento dai temi cui aveva dedicato tutte le sue ricerche e studi, o meglio segno di una disillusione per una maggiore comprensione da parte della musicologia. E nel 1975, ultimo suo lavoro c musicologico è il catalogo tematico del musicista trentino Francesco Antonio Bonporti, edito fuor dalle collane, nelle edizioni della Societas Universalis S. Ceciliae. Che cessava di esistere con la morte del suo fondatore avvenuta il 7 gennaio 1976.

In riassunto le edizioni della Societas presentano 7 libri di musicologia (tutti salvo uno lavori di Feininger), e 5 cataloghi tematici. Le sue edizioni di musica polifonica del Quattrocento e Cinquecento sono 36, quelle di musica policorale del Seicento e Settecento sono 89 (comprendendo anche 6 messe di Benevoli presenti in due edizioni). Fuori delle collane sono pubblicate 5 opere. In totale le edizioni presentano 142 titoli. Dei volumi con musiche furono stampate circa 300 copie per esemplare, dato segnalato in un catalogo del 1973.

 

Da: “Catalogo delle Edizioni Musicali” della S.U.S.C. (1947-1975), PAT, Servizio beni Culturali 1989, pp.17-19

di Clemente Lunelli

 

NOTE

* La Biblioteca musicale Laurence K J. Feininger catalogo / a cura di Danilo Curti e Fabrizio Leonardelli – Trento: Provincia Autonoma di Trento, Sevizio Beni Culturali, 1985 – 179 p.

I Codici musicali trentini a cento anni dalla loro riscoperta atti del convegno Laurence Feininger: la musicologia come missione / a cura di Nino Pirrotta e Danilo Curti – Trento: Provincia Autonoma di Trento, Servizi Beni Culturali, 1986. – Su L. Feininger alle p. 9-43.

** In « La Biblioteca musicale Laurence K. J. Feininger »…, op. cit., p. 8-36. Traduzione dall’originale edito in «The Musical Quarterly» 63 (1977), p. 327-366.

*** I dati sulle edizioni sono desunti dalle pubblicazioni stesse, dal Programma e Cataloghi della Societas del 1947, 1950 (nelle Edizioni musicali C. Casimiri), maggio 1956 (Denkmäler und Gesamtausgaben der Tonkunst. Kassel, Bärenreiter Antiquariat); del 15 ottobre 1957, del 1962 e 1975 (foglietti volanti).

Le edizioni sono state schedate secondo le norme RICA (Regole italiane catalogazione autori) e ISBD (PM) (International standard bibliographic description for printed music). Una numerazione in serie delle musiche policorali non figura sui singoli volumi, salvo un caso, mentre è presente nei cataloghi delle edizioni. Tale numerazione non è riportata nelle schede delle opere nell’area della collezione, ma è segnalata nell’indice degli autori.